IL LUPO E IL FILOSOFO
di Mark Rowlands (Mondadori, 2009)
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La quarta: Mark Rowlands, giovane ed inquieto docente di filosofia in un'università americana, legge per caso su un giornale una singolare inserzione, si incuriosisce e risponde. Qualche ora dopo è il padrone felice di un cucciolo di lupo, a cui da nome Brenin ("re" in gallese antico). Per undici anni, sarà lui la presenza più importante nella vita del professore, che seguirà ovunque: assisterà alle sue lezioni acciambellato sotto la cattedra, incurante degli iniziali timori e del successivo entusiasmo degli studenti, ne condividerà avventure, gioie e dolori, lo accompagnerà nei suoi spostamenti dall'America all'Irlanda alla Francia, dove Mark si trasferisce dopo aver troncato quasi ogni legame con i suoi simili. (Continua...)
L'assaggio: "Noi siamo nell'ombra del lupo. Una cosa può gettare un'ombra in due modi: ostacolando la luce o essendo la fonte di luce che altre cose ostacolano. Ci sono le ombre proiettate da un uomo e quelle create da un fuoco. Con l'espressione "ombra del lupo" intendo non l'ombra proiettata dal lupo stesso, ma quella che noi creiamo ostacolando la sua luce. E guardarci di nuovo a partire da questa ombra è proprio quello che non vogliamo conoscere di noi stessi."
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